di Francesco Nardini e Antonello Sagheddu –
Quello che le amministrazioni locali stentano a fare, chiedere direttamente alla gente cosa pensa della situazione economico-sociale attuale e capire quale tipo di soluzione la gente si aspetta, lo ha fatto Liberissimo attraverso la rete web e anche chiedendo semplicemente in giro. Quasi tutti coloro che hanno avuto un contatto hanno risposto, diciamo pure al 100%, che sarebbe ora di fare un’azione forte per fare sapere alle amministrazioni regionali e nazionali cosa sta vivendo La Maddalena. Come? Una delle soluzioni più votate è questa: “Blocchiamo l’Isola!”. Ci permettiamo di rilevare, modestamente, che questo tipo di azioni sono già state attivate a La Maddalena, con alterna fortuna. Ricordo quella sul destino dell’Arsenale (1990) o quella sul trasferimento del G8 all’Aquila (2009). Poco si concluse, in entrambi i casi finì male. Allora la nostra idea sarebbe quella di bloccare sì l’Isola con uno sciopero generale ad oltranza che coinvolga tutta la popolazione e i trasporti, ma accompagnata da una mobilitazione dell’opinione pubblica inviando comunicati stampa a tutti i giornali dell’Europa. Tutti debbono venirne a conoscenza. D’altronde quando si fecero le manifestazioni che ho citato più sopra ne parlò solo la Nuova Sardegna e l’Unione Sarda. In tutto il resto del mondo black-out! Nessuno sapeva nulla, nemmeno a Roma! In prima fila, nei comunicati stampa, dobbiamo mettere una breve storia dell’andamento della nostra economia: ex Arsenale, ex Ospedale Militare, Vicenda G8, Paolo Merlo, Trasporti, Opera Pia, Club Med, Valtur etc. etc. Affermando a chiare lettere che un’eventuale riaperture di queste strutture, potrebbe creare lavoro per tutti e, sicuramente, anche per una parte dei lavoratori della Gallura, far riattivare il circuito dell’indotto, fare muovere maestranze e giovani. Sappiamo che ripartire è difficile, nessuno e meno che mai noi, possiamo nasconderci dietro le ombre. Però dobbiamo uscire allo scoperto e conoscere dall’amministrazione, innanzitutto, a che punto siamo in tutte quelle opere che abbiamo citato sopra. Niente vergogna o timore reverenziale per nessuno. Vogliamo sapere lo stato avanzamento lavori, chi è il responsabile del progetto, cosa occorre ancora fare, quanti soldi ci vogliono. Solo allora potremo bloccare l’Isola, fermare i traghetti, serrare i negozi e bloccare le attività, agire con dati di fatto alla mano, che nessuno può contestarci.
Vi pare un progetto assurdo o di difficile applicazione? Noi non lo crediamo. E comunque provarci non costa nulla. Delusione più, delusione meno … .
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