Al Presidente e ai membri del Consiglio Direttivo del Parco
e, p.c. Allo Spett.le Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
Direzione Protezione Natura e Mare
Gent.ma Dr.ssa Maria Carmela Giarratano
Al Presidente della Comunità del Parco nazionale Arcipelago di La Maddalena
Assessore dell’Ambiente della Regione autonoma della Sardegna
Gent.ma Prof.ssa Donatella Spano
Al Sindaco di La Maddalena
Avv. Luca Carlo Montella
Oggetto: riscontro alla nota del Presidente 6762/16 in risposta alla nota Ministeriale 6700/16.
Egregio Presidente
Dispiace, dispiace sinceramente vedere mortificate in questo modo le funzioni del Consiglio e quelle stesse del Presidente, così costrette nell’angusto spazio creato dai suoi giochetti e dai suoi continui dispetti. Peccato davvero. Questa esperienza, che da cittadini abbiamo intrapreso con entusiasmo e con la convinzione di poter lasciare qualcosa di utile al Parco e alla Comunità maddalenina, si è rivelata una triste pagina di cattiva amministrazione, l’epilogo prevedibile di dieci anni bui e improduttivi trascorsi all’insegna del conflitto continuo tra Parco e Comune, e del continuo peggioramento dell’immagine del Parco agli occhi dei cittadini residenti e di quelli ospiti.
Non condividiamo la sua ultima e l’ennesimo tentativo in essa contenuto, di impedire al Consiglio di riunirsi. Non è la prima volta che Lei ci prova. Altre volte ha tentato, con successo, di mandare a monte riunioni autoconvocate dal Consiglio stesso conformemente allo Statuto. Questa volta però non intendiamo lasciar correre. La sua fantasiosa produzione di nuovi istituti giuridici (dagli emendamenti messi agli atti nel cuore della notte, prima del Consiglio del 30.10.2015, nel tentativo di forzare l’approvazione della riserva su Budelli, all’autosospensione di qualche giorno fa) ha partorito la balzana idea secondo cui il Consiglio non sarebbe legittimato a riunirsi e deliberare in virtù delle procedure avviate di cui nella lettera trasmessaci nei giorni scorsi dal Ministero. Il Consiglio no e Lei si? In base a quale fortunata interpretazione della normativa?
Il Consiglio si riunirà e lei, se vorrà, si prenderà la responsabilità di aver tentato di non farlo riunire. Di cosa ha paura? Che finalmente venga approvato il Piano del Parco? Che si prendano decisioni sui Beni demaniali? Che ci si esprima sulle procedure per l’eventuale affidamento di Budelli a soggetti terzi? O semplicemente che si dimostri ancora che un Consiglio, di cui il Presidente non è mai riuscito a farsi guida, possa portare avanti Atti fondamentali per la vita dell’Ente, nonostante gli ostacoli frapposti da un Presidente monarca?
Il fallimento delle politiche di tutela e sviluppo sostenibile, relativo agli ultimi dieci anni di vita del Parco, è al vaglio dell’opinione pubblica. Era chiaro che sarebbe finita così, sin dal momento in cui, nel 2007, venne nominato un Presidente ostile all’Amministrazione comunale in carica. Questo è il nodo, il vulnus costitutivo di questo Parco. Lei per dieci anni non è riuscito a dialogare con il Comune di La Maddalena, e anche oggi che sono cambiati da quella parte gli attori, finge di voler dare un ruolo all’ente locale ma nei fatti ostacola le azioni del Consiglio rivolte in quella direzione. Lo stesso documento presentato dalle Associazioni ambientaliste, non recepito dalla proposta di riforma della L 394/91 recentemente licenziata dal Senato, da lei salutato come salvifico, in realtà tenderebbe a ridurre ulteriormente il peso degli enti locali nei Consigli direttivi, cosa che nel caso di un Parco coincidente in toto con un unico Comune, vorrebbe dire amplificare la distanza tra Ente e Comune, da lei pazientemente coltivata e esasperata in questi dieci anni.
Le notizie che arrivano da Roma ci fanno pensare che tra poco tempo questa triste pagina sarà superata. Speriamo che le procedure di commissariamento e le future nomine degli organismi, tengano conto di cosa non ha funzionato in questi dieci anni e del perché non ha funzionato. L’unica speranza per tutelare il patrimonio ecologico, storico e culturale dell’Arcipelago di La Maddalena attraverso un Parco nazionale, è che questo tenga conto della specificità in cui opera. Per fare questo però servono degli organismi consapevoli di questa specificità, che non interpretino il loro ruolo in contrapposizione alle istanze locali. Regalare a questo territorio altri dieci anni di Guerra fredda tra Parco e Comune, significa condannare il Parco all’inedia.
Per il bene del nostro ecosistema, in cui l’elemento antropico chiede solo di continuare ad essere integrato, come avviene da secoli, ci auguriamo che questo non avvenga mai.
I Consiglieri
Luca Ronchi
Carlo Rotta
Mauro Bittu
Enzo Di Fraia
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