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Galleria Renzi e la leggenda del “nodo gordiano”

francesco palopoliDi Francesco Palopoli

Molti di voi sapranno la storia nella quale è raccontato che Gordio, re della Frigia, nell’acropoli dell’omonima città conservò il suo carro, legato con un nodo complicatissimo e impossibile da sciogliere. La leggenda voleva che chiunque fosse riuscito a sciogliere quel nodo sarebbe diventato signore dell’Asia, ovvero dell’allora territorio dell’Anatolia. Nel 333 a.C., Alessandro Magno, entrato nella città per occuparla e invitato a sciogliere il nodo per liberare il carro e riuscire nella conquista del territorio, senza indugio lo tagliò a metà con la sua spada e si assicurò la conquista dell’Asia.
Da allora l’espressione “nodo gordiano” designa una difficoltà insormontabile, che è risolvibile solo con un’estrema risolutezza (come appunto fece Alessandro, che invece di perdere tempo a scioglierlo lo spezzò con un fendente).
Questo racconto mi è tornato in mente proprio ieri (sabato) ascoltando alla radio la definizione della politica di Renzi, descritta da Minoli come “barbara”, non nel senso di incivile, ma di estremamente risoluta e non soggetta agli artifici inutili e complicati dei tatticismi politici e burocratici che bloccano ogni soluzione e riforma. Il formalismo fine a se stesso, che si avviluppa in cavilli e regole utili solo a mantenere l’apparato amministrativo e ingigantito solo per il fatto di continuare a giustificare la sua esistenza.
Mi piace questo modo di agire “barbaro”, che oltrepassa e annulla i bizantinismi sterili della nostra politica con decisioni rapide e spregiudicate per arrivare diretto e preciso a un risultato, sapendo dove andare e come arrivare. Non voglio con questo (me ne guardo bene) fare un parallelismo tra Renzi e Alessandro Magno, ma solo evidenziare che un capo, per essere tale, deve decidere e dimostrare che guarda più lontano degli altri.
Il capolavoro che lo ha visto incontrastato vincitore, direi anche dominatore, è stato sabato l’elezione del Presidente della Repubblica. A parte la proposta della figura sicuramente positiva di Mattarella, tutto il lavoro è stato costruito e condotto con un piglio ed un’abilità degna di un “purosangue” della politica, e gli eventi succeduti hanno seguito con meravigliosa sequenza la pianificazione prevista da Renzi (a cui nessuno credeva, perché inverosimile in una giungla tatticistica parlamentare dove si naviga a vista e si è schiavi dei compromessi).
Credo che sia la prima volta, nella nostra Italia democratica e repubblicana, che un personaggio politico abbia un tale carisma da conquistare un consenso così assoluto, sia a livello politico che popolare e, per la prima volta, mi sento di essere un supporter di Renzi (non dell’ideologia partitica, ma proprio della persona) e vi spiego il perché.
Perché è l’unico nella scena politica italiana che sta riuscendo, nonostante i boicottaggi dell’opposizione ed i dissensi interni al partito (il fatto che Fassina sia contrario alla sua politica dovrebbe essere un punto d’onore a suo vantaggio, almeno dal mio personale punto di vista) a smuovere il pantano economico e istituzionale in cui si sta distruggendo il futuro dell’Italia.
E’ difficile per l’uomo della strada valutare che decisioni vengono prese a livello politico ed io stesso non sono in grado di capire cosa sia meglio per il Paese (nessuno di noi riesce ad entrare nelle strategie politiche nazionali e mondiali, se non in modo cialtronesco), ma è importante che si decida, per il bene dei nostri ragazzi e per il loro futuro. E poi confido, come tutti dovremmo fare, che chi ci guida lo faccia con serietà d’intenti ed onestà morale, almeno fino a prova contraria, come avviene in tutte le altre Nazioni civili.
Una volta ho sentito alla radio (ebbene si, sono proprio un entusiasta di Radio24) che i nostri politici non hanno l’intelligenza di decidere per il meglio ma la furbizia di accontentare tutti, ovviamente per preservare se stessi. Ma siamo noi i primi a mettere i nostri diritti davanti ai doveri e vogliamo avere tutto senza concedere nulla, anteponendo sempre e comunque prima il nostro bene rispetto al bene comune, così come gli interessi locali ai vantaggi nazionali, e quindi ci meritiamo tutto questo degrado.
Spero solo che Renzi riesca a smuovere le acque stagnanti della nostra politica, come il Comandante di una nave che decide dove mettere la barra assumendosi tutte le responsabilità del suo agire, nella buona e nella cattiva sorte, perché, prendendo in prestito un detto marinaro, “non esistono venti favorevoli per chi non sa dove andare”.

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