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OCCUPAZIONE E ‘OCCUPAZIONE’ MILITARE.

La notizia sulle 22 assunzioni civili per conto del Ministero della Difesa a La Maddalena non

può fare altro che rallegrarci. Non possiamo dire però che ci soddisfi in un’ottica di sviluppo

auspicabile per la nostra isola.

Il rapporto tra “occupazione” in termini territoriali a favore del demanio militare ed occupazione di

personale civile è andato consolidandosi nel corso degli anni a favore della prima, con l’organico

civile che non raggiunge il centinaio di dipendenti nonostante le nuove assunzioni previste

a Marifari, Mariscuola e al deposito Nato di Santo Stefano, a fronte di un’occupazione territoriale

che appare, come già ribadito in altri comunicati, sovradimensionata.

Il Sindaco Lai si compiace dell’interlocuzione portata avanti e dei buoni rapporti tra la

sua Amministrazione e la Marina. Riteniamo che questo potere contrattuale possa e

debba essere usato a servizio della cittadinanza, contrattando con la Marina Militare la cessione di

porzioni di territorio strategiche per dare nuove aree a parcheggio alla città, per garantire un

collegamento tra La Maddalena e Caprera che non si limiti a una connessione ciclopedonale ma

che invece preveda aree di sosta e infrastrutture verdi, per garantire un nuovo sistema di approdi

dotati di servizi essenziali e meglio gestiti rispetto a quelli previsti dal PUL su aree che al momento

sono off-limits.

Noi, come Partito Democratico, crediamo che un dialogo alla pari tra autorità civili e militari possa

portare alla presa d’atto che la sdemanializzazione di parti di territorio sia uno dei punti necessari

affinché si possa compiere la tanto auspicata riconversione economica, basata anche

sull’incentivazione di forme di turismo più consapevole, sulla valorizzazione dei caratteri

ambientali così come di quelli storico-culturali del nostro arcipelago.

Non siamo assolutamente contro la presenza della Marina Militare sulla nostra isola, ma siamo

convinti della necessità forte e immediata di avviare un processo irreversibile verso un’economia

di pace.

Yassin Spezziga

Valeria Serra

Antonello Naseddu

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