di Francesco Nardini –
Un decreto del Presidente della Regione Sardegna (n. 24/31 del 27 giugno 2013) ci rivela la differenza sostanziale che corre fra noi e il Sud della Sardegna in tema di trasporti regionali. Non che la Regione tratti il Sulcis in guanti bianchi, ma almeno ci prova. Noi, invece, noi della ricca provincia del Nordest, non abbiamo bisogno di alcun aiuto. Il decreto, infatti, constatata la contrazione di afflusso turistico nell’isola di San Pietro nel biennio 2011/2012 – pari a un decremento di circa 90 mila passeggeri, ossia 45 mila all’anno – pone in essere alcune misure di sostegno. Nel decreto citato si sottolinea il fatto che la tariffazione delle corse per l’isola è troppo elevata “sempre se rapportata all’effettiva distanza marittima da percorrere, inferiore ai 10 km, disincentiva soprattutto i flussi generati dai territori frontalieri delle isole minori”, e fa anche un esempio: un passeggero, andata e ritorno entro le 24 h, paga (da Calasetta/Portoscuso verso Carloforte) fra le 8,90 e 10,40 euro, per una distanza media di circa 7,5 km (esattamente 6 km fra Carloforte e Calasetta, 9 fra Carloforte e Portoscuso). Tramite un calcolo equazionale sui costi di nolo e trasporto marittimo, paragonato con il tariffario oggi in vigore nelle Ferrovie dello Stato, l’assessorato regionale stabilisce che tale costo equivale a quello di un utente deve effettuare un viaggio compreso fra i 60 e 90 km per ferrovia. La percezione di allontanamento, ovviamente, aumenta se una persona deve effettuare il viaggio in macchina e con un nucleo familiare numeroso. Per eliminare questo “inconveniente” la Regione Sardegna ha autorizzato la Saremar a effettuare una tariffa ridotta ‘weekend’ variante fra il 10 e il 15% in ribasso nei passaggi effettuati dal venerdì dalle ore 14,00 alla domenica alle ore 24,00. Questa agevolazione, valida nei mesi di giugno e ottobre, sarà attuata anche a luglio, lasciando inalterate le tariffe nel mese di agosto. Con tale agevolazione la Saremar incasserà in meno circa 133 mila euro. Nel decreto il Presidente Cappellacci propone, pertanto, una diminuzione ulteriore della tariffa sino al 50% da giugno a ottobre 2013, escluso il mese di agosto. E ora veniamo a noi. La distanza fra La Maddalena e Palau è di circa 4,5 km (quindi inferiore del 60% a quelle menzionate per l’isola di San Pietro); la tariffazione (per i non residenti) è di 12 euro fra andata e ritorno (quindi superiore del 15%); la sensazione di allontanamento, rapportando, è di circa 104 km, ossia il 16% in più!. Possiamo con tutta onestà affermare che la Regione Sardegna non usi sistemi da figli e figliastri? Considerando i milioni di euro che la finanziata pubblica regionale (Saremar) getta nella fornace delle spese (anche inutili, vedi Flotta Sarda), cosa sono 133 mila euro? Anche se dovesse incassare 150 mila euro in meno, applicando a La Maddalena le diminuzioni tariffarie in essere per Carloforte, quale sarebbe il vero vantaggio per la comunità maddalenina? Forse sarebbe meglio dimenticarci della ‘zona franca’ e applicare queste misure ben più concrete. Siamo certi che alcune società di navigazione private, come la N.G.I. – che applicano già di per sé riduzioni senza alcun intervento/aiuto esterno – con un sostegno a copertura di tariffe abbassate, incrementerebbero di molto il traffico passeggeri recuperando gli introiti in quantità di movimento, nessuno se ne andrebbe a spasso, la comunità insulare vedrebbe più gente e più soldi. Questo è il dato da sottolineare. Da sottolineare, invece, c’è che in mancanza di una vera politica dei trasporti regionali – magari solo equiparando Nord e Sud – la scure dell’abbandono della tratta della stessa N.G.I. e dell’Enermar ad autunno non è scongiurata: una cinquantina di persone perderanno il posto di lavoro. E certamente lo stato spenderà molto di più di 150 mila euro per gli assegni di disoccupazione, mantenendo altrettante famiglie in frustrazione. Meditiamo gente, meditiamo.
I commenti sono disabilitati