di Francessco Nardini –
Di fronte all’inevitabile, ossia alla conferma dell’apertura delle indagini sui 17 eccellenti personaggi che hanno avuto mano libera a La Maddalena durante il periodo del ‘grande evento G8’, cosa che sottolinea l’insensata avventura vissuta a cavallo fra il 2008 e il 2009, il sindaco ha parlato di una “vergogna certificata”. Davvero siamo felici nell’udire che finalmente il primo cittadino urli contro la rapina e lo spappolamento della nostra cultura. Aspettavamo da anni. Ma lo fa mettendo avanti la famosa favola dell’inquinamento del fondale. Non è così. Questa è solo tergiversazione sul tema. E’ la scusa ufficiale messa avanti dalla Mita Resort (o chi altro ancora) per non adempiere alle condizioni della convenzione. La Mita vuole fare altro di quella struttura e la sta tirando alle lunghe. Quel porto è certamente meno inquinato di tanti altri della Penisola. Prima o poi snerverà anche la Regione. Visto che sono in arrivo la elezioni regionali del 2014 è possibile che qualcuno venga a prometterci che metterà tutto a posto con la bacchetta magica? E’ possibile. Occhio Isolani! In realtà non è l’inquinamento dei fondali che ci sta vietando di mettere ‘a regime’ quel po’ po’ di ben di Dio, ma la primigenia idea di voler creare dal nulla, con uno schioccar di dita e di milioni di euro (dei quali buona tranche finita nelle tasche di affaristi – sì affaristi – senza scrupoli) un’industria che, ci si creda o no, noi isolani non conoscevamo affatto. Si affittavano appartamenti, si sono trasformati garage in case con stanze/fornetto da due metri d’altezza e servizi alla meno peggio, si sono attrezzate soffitte, forse si sono rivisitate cucce per cani, ma il turismo, quello vero, non lo abbiamo mai avuto in corpo. Non c’è mai servito. E quando un maldestro governo di sinistra ha pensato di ripagare una popolazione della sua perdita d’identità – la Marina Militare che se n’andava e la Marina Usa che dava ‘fastidio’ – con l’invenzione del G8 tutto turismo, è crollato tutto il mito del turismo isolano. Né sindaco, né giunta (né noi giornalisti, ahimé, che ‘ci abbiamo creduto’, anzi qualcuno di noi ci ha giurato. Io personalmente non c’ho mai creduto, ma io ero di parte e legato cordoneombelicalmente al ‘vecchio’ Arsenale!). Ma noi, poi, non siamo dei sindaci. E’ la direzione politica della città che deve dare l’indirizzo politico. Ma nessuno l’ha fatto. Di fronte alle impennate di Renato Soru sulla cacciata degli Americani tutta l’amministrazione ha passivamente accettato i ‘disegni a tavolino’ del mago di Sanluri. Si poteva anche ignorare il problema dell’inquinamento dei fondali, certo, ma non si poteva ignorare o prevedere (magari avere il sospetto) cosa sarebbe successo passando improvvisamente dal conosciuto (nautica) allo sconosciuto (turismo a 5 stelle). Non so cosa potremo fare per salvaguardare quel bene che sta cadendo a pezzi. Se aspettiamo altri 5 anni raccoglieremo le briciole, ma la convenzione regionale è un’arma inattaccabile. Specie per chi ha la convenzione in mano. Girare intorno al problema inquinamento e alle dichiarazioni che “è amaro scoprire che chi bara è la stessa persona che doveva garantire il rispetto delle regole” non serve a niente. Quelle ‘regole’ potevamo evitarle facendo cordone davanti a Porta Ponente. Invece abbiamo creduto alla metafora da palazzo. Come è metafora da palazzo rammaricarsi delle stagione perdute, e di quelle che si perderanno. L’ex Arsenale non ci darà mai quello che abbiamo immaginato, a meno che … continuate il discorso voi, lettori. Anzi no, facciamolo continuare – se ce la fanno – alle forze politiche, anziché declamare. E attento a chi voteremo, la prossima volta.
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