Un altro pezzo de La Maddalena d’un tempo è scomparso. Si tratta del Genio Militare, che all’epoca della ‘Piccola Parigi’ occupava tutto il piano superiore della palazzina di via Ammiraglio Mirabello n. 2. Da qualche tempo da quella palazzina sono spariti tutti, impiegati e funzionari. E’ stata divelta l’insegna marmorea che ne indicava la locazione e abbandonate tutte le stanze. Dove è andato a finire lo ‘storico’ Marigenimil? Sono in pochi a saperlo, oltre beninteso i dipendenti che hanno dovuto fare armi e bagagli e trasferirsi altrove. Ma trasferirsi dove? Secondo i bene informati il Marigenimil è stato diviso in due parti: una parte ha trovato alloggio presso le strutture esistenti al Vaticano (vicino all’isola ecologica), un’altra parte, diremo quella amministrativa, in una palazzina a ridosso dell’Ammiragliato, dove per altro, pare, nessuna insegna è stata posizionata. Una palazzina che serviva un tempo come alloggio degli alti gradi del Comando Militare Marittimo Autonomo in Sardegna. Due appartamenti signorili in cui hanno trovato spazio tutti gli uffici che una volta alloggiavano nella palazzina di Via Mirabello. Ci stanno tutti? Non sappiamo, ma visto che dentro la Scuola Sottufficiali ci sarebbero vani ampi e aerati a sufficienza, non si capisce perché ci si è dovuti ‘arrangiare’ dentro un paio di appartamenti destinati un tempo a civico alloggio. Comunque sia la dipartita dalla palazzina di via Mirabello sarebbe/è dovuta alla necessità di rendere libero tutto l’immobile per permettere l’aumento del personale della locale Capitaneria di Porto. Auspichiamo che tale aumento di personale possa essere di fattivo aiuto ad un’istituzione, la Capitaneria di Porto appunto, le cui competenze aumentano di anno in anno e sono competenze inerenti la salvaguardia della vita umana a mare, oltre che del bellissimo ambiente delle nostre isole. Ma, tornando alla ridislocazione della struttura del Genio Militare, ci chiediamo perché nessun organo di stampa è stato informato? Perché mai si devono rincorrere i ‘si dice’ e le probabilità? In fondo si tratta di un ente pubblico, pagato con i soldi dei contribuenti, che coinvolge, con la sua attività, gran parte della vita economica della città. Ai posteri l’ardua sentenza.
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