di Francesco Nardini –
Se si dovesse descrivere con due parole il divario di competenza turistica fra noi e altre città marittime della Sardegna, potrei riferire la frase che mi hanno rilasciato due maddalenini in escursione nella riviera del Sulcis: “Noi siamo certo più belli come paesaggi, ma siamo indietro cent’anni come operabilità turistica”. Non credo che ci sia nulla da obiettare a questa affermazione. Le fotografie che i ragazzi mi hanno mostrato, d’altronde, riferiscono di cittadine pulite, ordinate, organizzate sia a livello tecnico che informativo. E mi parlavano di Pula, dove tutto sembra organizzato per far sì che il turista non soltanto si senta a suo agio, ma che si ritrovi in un luogo sano e pulito, gestito da gente competente. La nostra città, ahimé, ha veramente poco di tutto ciò. Se vogliamo prendere il lato pulizia, poi, abbiamo materiale a iosa mettere in mostra. Mentre scrivo queste note – che per altro vogliono sensibilizzare l’amministrazione perché faccia qualcosa in questo versante, e non vuol essere assolutamente un voler ‘parlar male’ in senso generico della Città – sono sicuro che l’amico Antonello sta scrupolosamente preparando le sue foto sulle brutture della città e della campagna. Va in giro, vede, fotografa. Non fa certo salti di gioia per questo problema. Certifica. Fare un giro nei dintorni della città, infatti, c’è da mettersi le mani nei capelli: cartaccia dappertutto, buste di plastica con residui di cibo o di altro materiale come pannolini e stracci abbandonate, buste attaccate agli alberi, sparsi dal vento, schiacciate dalle auto che le calpestano. La strada panoramica è il teatro ideale per questo tipo di scenario ‘getta e scappa’ che coinvolge sin troppe persone. Abbiamo la speranza di immaginare che siano esclusivamente turisti, e spiego perché. Considero che non siano al corrente della raccolta differenziata in essere in questo Comune e siano stati istruiti su come eliminare i rifiuti. Considero che i vecchi cassettoni a bordo strada sono del tutto scomparsi per una scelta strategico-politica dell’amministrazione e quindi gli ospiti, magari, non sanno cosa fare – anche se sarebbe auspicabile che almeno i residenti presso appartamenti privati vengano adeguatamente istruiti su come disfarsi del superfluo, e magari venga loro indicato dove si trova l’ecocentro e gli orari che pratica – e sono tentati di disfarsi dell’immondizia in modo clandestino. Teoricamente, se così fosse, passato il periodo turistico la città e la periferia dovrebbero essere lindi come l’acqua di fonte. Invece non è così, e lo sappiamo. Ogni stagione è buona, ad esempio, per scaricare qua e là residui di inerti, ferraglia, pezzi di macchinari, addirittura residui d’amianto. E i colpevoli turisti non sono. Sono isolani? Chissà. Non sta a noi scoprirlo. Abbiamo visto i cumuli e li abbiamo anche fotografati. Ho già detto in altra occasione che occorre che l’amministrazione riveda il capitolato d’appalto del servizio. Per forza di cose è necessario togliere dalla strada, dai recessi reconditi, da sotto gli arbusti lungo le strade, dalle stradine laterali, le sconcezze che oggi vediamo. E’ un impegno che l’amministrazione non può più disattendere.
‘E’ IMPOSSIBILE DOCUMENTARVI TUTTO IL DEGRADO, ANCHE IN UNA ZONA COMUNALE, (RI)TROVATO DURANTE LA NOSTRA VISITA DI IERI’.
Antonello Sagheddu
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