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Galleria Con questo modo di ragionare continueremo a raccogliere le briciole

367193-130424-b-michael-harte-cbaRiceviamo e pubblichiamo

Si ritorna ad urlare, inutilmente, allo scandalo. Avvenne nel 1960 quando Karim Aga Khan, prima di ripiegare su cala del Cervo, aveva scelto, come primo amore, La Maddalena per realizzare il suo sogno smeraldo, la lunga e ricca storia della Costa Smeralda la conosciamo tutti. Oggi, constatiamo che quei vecchi passaggi, forse, si stanno riproponendo, il banchiere neozelandese Michael Harte 47 anni, titolare di alcune società in Svizzera, per circa tre milioni di euro si sarebbe aggiudicato all’asta, presso il Tribunale di Tempio, l’Isola di Budelli, tanto cara ai maddalenini per la sua incantevole Spiaggia Rosa. Come lo studio legale dell’avvocato gallurese Giò Mura che, in Sardegna, cura gli interessi del facoltoso Kiwi, ha ufficializzato l’offerta si è scatenato il finimondo. Nel 1985 il primo allarme di cessione per lotti dell’Isoletta cara a Michelangelo Antonioni portò, l’allora ministro dell’ambiente Ripa di Meana, a chiudere la spiaggia Rosa. Oggi assistiamo ad una vera e propria insurrezione, prima di conoscere e capire le reali intenzioni del nuovo proprietario e soprattutto la sua vera forza economico-imprenditoriale. Ancora una volta, come accadde negli anni sessanta, ragioniamo con la pancia dimenticando che i veri affari si possono fare e concludere solo con la testa. Scontato il fatto che sull’Isola di Budelli, per i noti rigidi vincoli, nulla è consentito fare, se non richiedere, come è accaduto per il noto caso di Santa Maria, l’applicazione del “piano casa” per riattare e ampliare la vecchia baracca del custode, proviamo a fare un ragionamento diverso. Se questo sconosciuto signore dell’emisfero australe sborsa tre milioni di euro per un’isola del nostro Arcipelago, sulla quale nulla potrà fare e toccare, perché non provare, visti i momenti di crisi e di difficoltà in cui si trovano le casse della pubblica amministrazione, costretta ad osservare patti e leggi di stabilità, ad attivare, con tutta la diplomazia che il caso impone, una seria, fattiva e produttiva azione di interlocuzione con quel signore che, magari, potrebbe venir attratto da più appetibili iniziative da mettere in atto sull’Isola madre (vedi per esempio la realizzazione di strutture ricettive, o il recupero di beni che solo con il denaro privato si potrebbero salvare, oppure, perché no, la realizzazione di un porto turistico (il progetto privato di Porto Pozzo dovrebbe, a noi maddalenini, insegnare qualcosa). Allora basta fingersi indignati, basta con una mentalità fortemente conservatrice che ha giovato solo e sempre ai nostri dirimpettai. Ci piacerebbe tanto, vedere una delegazione diplomatica in grado di interloquire non soltanto con il facoltoso neozelandese, neo proprietario di Budelli, ma, anche, con i magnati russi della Costa Smeralda targata Qatar o con gli stessi proprietari arabi. I tempi delle barricate sono finiti è iniziata una nuova era, non possiamo continuare a rimanere isolati e sperare nel rilancio della nostra economia senza aprire i nostri confini. Basta con ragionamenti e linee guida dettate da ventisettisti o pensionati pantofolai, legati al proprio inviolabile orticello, proprio quell’orticello diventato la fortuna degli altri. Con questo modo di ragionare continueremo a raccogliere le briciole, lasciando ai nostri figli solo macerie. Attenzione non dobbiamo svendere il nostro territorio che, peraltro gode di vincoli e leggi dure e ferree per garantirne la sua tutela e integrità ma, necessariamente, dobbiamo aprire i nostri orizzonti e salvare dal disastro, a cui inesorabilmente è destinata, la nostra Isola madre. Allora fermiamoci un istante, prima di mostrarci ostili verso il nuovo proprietario, proviamo ad aprire nuovi ragionamenti e capire quali sono le sue reali intenzioni. Chissà potrebbe aiutarci ad uscire dal pantano in cui ci troviamo.

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