Di Mario Ferrigno
“…robot impazzito davanti alla potenza tecnica degli avversari. Dadea (difensore della Nuorese)non riusciva ad azzeccarne una e nell’ultimo tratto della partita è rimasto letteralmente ad ammirare il proprio angelo custode, permettendo all’ottimo Pedroni di esibirsi in valori ammirati di rado sulle platee regionali….”
Nelle finalissima di Palermo del torneo delle regioni, tecnici ammirati da tanta grinta e tecnica, fra di essi anche il selezionatore azzurro interessato. Un arrivederci per la tournée della nazionale dilettanti. Allora si usavano i telegrammi (!) arrivò ma il direttore sportivo di allora temendo di perdere il “ragazzo” nascose la convocazione.
Calcio di ieri che sembra lontanissimo, forse avrebbe cambiato la sua vita,forse.
Le parole sono piume che la leggera brezza porta via. Troppo breve la vita calcistica di Pier Paolo, una meteora accecante e molto luminosa, veloce come veloce era lui, per poi spegnersi
negli spazi incontrollati e bui.
Caro amico mio vorrei ricordarti sotto l’altro aspetto, quello umano.
Siamo cresciuti insieme e pur avendo famiglie numerose ci sentivamo fratelli. Insieme abbiamo sfidato la contestazione, amici com’eravamo di quei due “preti operai” passati sotto le forche dell’inquisizione. I campeggi mal visti dal capo clero locale, quella sede poi chiusa dell’azione cattolica in cui trovammo un vecchio tappeto e cercando di spolverarlo mi provocò una meningite e 5 giorni di coma. Si rideva anche in questi frangenti perchè eravamo convinti di essere immortali ed invincibili. Le amicizie allargate,che ancora durano, i primi amori presi con sufficienza. Anni bellissimi accompagnati da una giovinezza in piena fioritura. Cento, mille episodi da raccontare ma difficilmente comprensibili dall’esterno.
Ricordo solo un episodio fra il calcistico e i sentimenti dell’amicizia: eravamo in piena estate, arrivo da Arzachena un dirigente che promise mare e monti per un trasferimento nella sua squadra. Mi volle presente, ringraziò dell’interessamento il dirigente e senza pensarci molto disse tranquillamente , resto qui perchè qui ci sono i miei amici carissimi.
Vorrei saltare tutto quello che è avvenuto dopo,non mi sembra rispettare la sua famiglia e il mio ricordo.
Quando ci vedevamo era sempre una festa, prendeva la chitarra e cercava di cantare in falsetto ma ormai era stonato più di me.
Il 28 Giugno grande festa per il suo compleanno, è stata più bella di altre, come se doveva essere l’ultimo. Con il pensiero del dopo sembrerebbe di si.
Ieri l’ho visto per l’ultima volta, viso disteso e “pulito” gli ho accarezzati i cortissimi capelli e baciato la fronte fredda. Un freddo che ancora sento, incredulo di aver perduto un punto di riferimento importante, un’amicizia fraterna che resiste da 50 anni e non sarà questo distacco ad interromperla.
Stasera i funerali con molta partecipazione e poi al Campo Santo. Una buca profonda nella terra rossa, poggiata la bara con su la maglia bianco celeste e poi la terra a coprire il nostro “eroe” fra la disperazione dei famigliari. Improvviso un fulmine ha squarciato di viva luce le tenebre che avevano preso tutti gli spazi possibili di colore. La pioggia incessante, come un saluto, come un pianto della natura avversa a tanta ingiustizia.
Ciao Pier Paolo, amico fraterno.
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