La notizia ‘bomba’ rimbalzata su tutti i giornali, anche nazionali, è che il governatore della Sardegna è riuscito a procurare, tramite il ministro dell’Ambiente Cirillo, 11 milioni di euro per chiudere definitivamente la partita delle bonifiche del fondale dell’ex Arsenale. Il sindaco Angelo Comiti è giustamente felice di vedere appiccicata questa tessera che sembra chiudere un mosaico sin troppo lungo a sistemarsi. Abbiamo perso abbondanti quattro anni che potevano essere utilmente meglio impiegati, ma tant’è. Se è bene quel che finisce bene, saremo contenti tutti. La verità, anche stavolta, è fatta di una mezza bugia. Chi crede, infatti, che con la bonifica del residuo tratto di mare prenda il via il programma industriale e finanziario della Marina del Porto, non è un illuso ma quasi. Secondo alcuni si dovrebbe, subito dopo le bonifiche, principiare a definire la struttura ‘cantieristica’ di quell’opera. Come? Mi permetto di essere scettico, anche se debbo per forza nutrire fiducia. Tutti noi abbiamo visto con i nostri occhi come sono ridotte le strutture realizzate cinque anni fa per il G8 abortito. Le tante fotografie che possiede ‘Liberissimo’ ne sono testimonianza viva. Per rimetterle in sesto – ma a livello di strutture ricettizie, non cantieristiche – ci vogliono oggi parecchi milioni, se si vuole evitare che il palazzo di vetro di Stefano Boeri finisca a mare sotto il dissesto della banchina su cui poggia, se si vogliono riattivare i tetti delle strutture massacrate dal vento, se si vogliono salvare dalla salsedine i plinti in ferro e le altre strutture di sostegno, se si vogliono rimettere in attività i saloni, le cucine, le stanze, dell’albergo. Saremmo curiosi di conoscere quanti soldini ci vorrebbero per rimettere in pristino tutte queste cose. Ovvero per rifarle affinché durino cent’anni, non cinque! Tuttavia a noi serve, lo stiamo ribadendo da tempo, un vero, nuovo cantiere navale che raccordi assieme l’assistenza di rimessaggio nelle stagioni morte dei natanti, ma faccia anche le riparazioni, le manutenzioni, e, magari, anche ne faccia di nuovi sia con materiali antichi – legno – sia con materiali moderni – vetroresina, plastica, ecc. Dico serve, perché in fondo oggi a La Maddalena chi fa lavoro a livello generale, ancora non so per quanto tempo se mancherà lo sviluppo strutturale, sono solo i cantieri navali. Salvare questo settore, ormai unico trainante assieme agli impieghi pubblici classici (poste, insegnamento, traghetti, forze dell’ordine, ‘residuo’ Ministero Difesa, ecc.), è l’impegno più pressante dei nostri poteri pubblici, amministrazione in primo piano, che non può essere ulteriormente rimandato, pena la desertificazione del territorio. Il mio scetticismo critico, però nasce dal fatto che, nella realtà, la pulizia dei fondali non va verso la ‘cantierizzazione’ della struttura Mita Resort, lasciatemelo dire, ma nella strada opposta. Il ritornello dell’inquinamento dei fondali è servito alla società per rimandare una decisa presa d’indirizzo sul dilemma ‘resort’/cantiere, che è di fatto ancora pendente come una spada di Damocle su quel complesso, anzi ne ha fatto un grimaldello da usare semplicemente perché l’uno tecnicamente esclude l’altro, e mi viene davvero difficile pensare che la stessa Mita, una volta reso lindo (?) il mare, rinuncerà ai benefici del ‘resort’, (termine inglese che viene definito così da un moderno vocabolario: ‘A place providing recreation and entertainment especially to vacation’ = Luogo che fornisce ricreazione e intrattenimento specialmente in funzione di vacanza), ai posti barca da vendere assieme agli appartamenti delle stecche dell’ex Arsenale, ai market da aprire, ai negozi alla moda, per fare spazio ai rumorosi cantieri navali dove si respira, stucco, vernici e tinte, proprio a venti metri dalle fastose dimore per vip. Lasciamo pure che si concludano le bonifiche. I problemi per noi maddalenini verranno dopo.
COORDINAMENTO CITTADINO DI LA MADDALENA COMUNICATO STAMPA
Il Coordinamento Cittadino del Popolo della Libertà esprime vivo apprezzamento per la firma del protocollo d’intesa tra il Ministero dell’Ambiente, la Regione Sardegna e il Comune di La Maddalena per il completamento delle opere di bonifica dell’ ex arsenale militare. In particolar modo, il Coordinamento ringrazia l’On.le Marco Flavio Cirillo, Sottosegretario all’Ambiente del PDL, che si è impegnato personalmente affinché fosse risolto in modo definitivo il problema relativo alla bonifica dello specchio acqueo antistante l’ex Arsenale Militare.
Vogliamo, altresì, ringraziare il Nostro Presidente Ugo Cappellacci che con il suo forte sostegno ha fatto sì che la Comunità Maddalenina ottenesse questo grande risultato. Tutto ciò dimostra che le sinergie messe in campo e l’impegno possono dare speranza per il rilancio e che la Politica non è soltanto dire ma anche fare.
Il Commissario Cittadino per La Maddalena f.to Irene Casalloni
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