RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Di Enza Plotino
giornalista ambientalista
Da più parti viene chiesto il commissariamento del Parco dell’Arcipelago de La Maddalena per evidenti profili di inadeguatezza e per la mancanza, che ha contraddistinto la stagione turistica ormai passata, dei più elementari sistemi di tutela, protezione e difesa dell’area protetta. Si è brancolato nel buio, lasciando le zone a più alta fragilità ambientale, sprovviste di qualsiasi protezione. Il dubbio, a questo punto è se non sia una incapacità cronica di chi guida il Parco a portare avanti progetti d’insieme che guardino contemporaneamente alla conservazione ma anche alla valorizzazione. Perché appare evidente oggi, che il Parco è carente di indirizzo politico, mancante di direzione e fortemente avvitato su se stesso.
Abbiamo assistito in questa estate dei record, all’assalto quotidiano della Spiaggia Rosa, alla mancanza di protezione delle altre spiagge dell’Arcipelago, alla devastazione della posidonia a causa degli ancoraggi selvaggi, all’assenza di informazioni, alla scarsità di mezzi adeguati al controllo in un crescendo di danni che hanno inferto un duro colpo all’area protetta. Per contro, questa è stata la stagione turistica che grazie all’incremento del turismo, avrebbe avuto bisogno di un robusto sostegno da parte del Parco a tutte le attività ricettive e di accoglienza per migliorare e garantire una qualità dei servizi nell’ottica della salvaguardia dei turisti ma anche del territorio. E invece, il Parco ha latitato, scaricando sugli altri Enti presenti sul territorio, il carico di questi numeri massicci e sull’impresa privata e locale la gestione e l’organizzazione dei flussi.
A questo punto, una domanda sorge spontanea: il Parco dell’Arcipelago a cosa serve? E cosa aspetta il Ministro dell’Ambiente a mettere mano a questo disastro?
Da ambientalista storica, come mi pregio di essere, auspico un colpo di reni da parte di chi vigila.
I commenti sono disabilitati