A La Maddalena si è tenuto ieri il primo incontro del neo comitato “Maddalena nel cuore”, un manipolo di volenterosi amanti delle bellezze dell’Arcipelago, che hanno un desiderio: dare maggior valore e provare a rendere godibili, in alcuni casi togliendoli dallo stato di degrado in cui versano, alcuni luoghi storici, culturali e naturali che rappresentano non tanto la bellezza e l’estetica quanto lo stupore, l’amore, l’averli eletti come luoghi del proprio cuore. Uno di questi siti magnifici è la Batteria di Candeo sull’isola di Caprera. Di fortificazioni militari La Maddalena è piena e tutte hanno una loro particolare originalità e bellezza. Ma Candeo sembra condensare in sé tutte le particolarità, rendendola unica. E’ una batteria del ‘900, costruita dalle Forze di Difesa di stanza a La Maddalena per sostituire o affiancare le opere ottocentesche ormai divenute vulnerabili. Infatti, il progresso tecnico nel campo dell’aviazione militare nata con obiettivi di semplice ricognizione diventando ben presto potente mezzo di bombardamento dall’alto, rende indispensabile la creazione di un sistema difensivo con caratteristiche diverse da quelle in uso, ovvero fatto da fortificazioni rigorosamente mimetiche. Nasce così, tra le altre, la batteria di Candeo fatta di grandi massi di granito per poterla occultare al massimo. Arrivarci è arduo. La strada, in alcuni punti quasi inaccessibile, con numerosi tornanti, scende verso una piccola banchina, dalla quale, attraverso un sentiero che in primavera è ricco di tanta fioritura, si arriva alle postazioni: due “collinette” costruite in calcestruzzo e ricoperte di massi di granito naturale si mimetizzano perfettamente nell’ambiente circostante; alla base una galleria a chiocciola, con piccole feritoie che si affacciano sul mare, conduce fino alla piattaforma che ospitava le mitragliere. Un nucleo storico perfettamente conservato e che noi vogliamo valorizzare e immettere nel circuito delle migliori espressioni militari del ‘900. Non solo. Vorremmo recuperare la storia di un grande amore: quello delle sorelle Fallaci per quel luogo inaccessibile, che le ha portate a trascorrere lunghi periodi in una casupola ai piedi della Batteria.
L’altro luogo che vogliamo eleggere a luogo del cuore, non solo per noi, ma per il mondo intero, è la Spiaggia Rosa di Budelli. Conosciuta e amata, di rara bellezza paesaggistica e geologica, una tra le sei spiagge rosa nel mondo, è già nel cuore di milioni di persone che vengono nell’Arcipelago solo per guardarla poiché è protetta e quindi inaccessibile, ma noi vogliamo provare a farla diventare Monumento Naturale, ovvero sito naturale di particolare pregio naturalistico e scientifico dove l’azione del vento, del mare, della vegetazione, determina continue modificazioni morfologiche del paesaggio, rendendo il posto uno degli unici al mondo.
Il percorso che tutti insieme vorremmo intraprendere, vuole prendersi cura di questi due luoghi e prepararli con iniziative e interventi che li valorizzino al massimo, per proporli, tra due anni al FAI come Luoghi del Cuore e provare a farli arrivare in vetta. Perciò avremmo individuato già due primi appuntamenti per promuovere un’iniziativa in questi due luoghi. Nei giorni della festa di Pasqua cercheremo di organizzare una “giornata del cuore”, di conoscenza e di piacere nel sito di Candeo, tra studio e relax con esperti che ci descrivono dal vivo il nostro Luogo del cuore e con tutti coloro che vorranno esserci e condividere con noi questo appuntamento. Un’altra “giornata del cuore” potrebbe essere il 2 giugno con una passeggiata alla Spiaggia Rosa di Budelli dove il custode storico Mauro ci racconterà il valore e la bellezza di questo nostro monumento naturale.
Un discorso a parte vogliamo dedicarlo ad un altro meraviglioso sito culturale di La Maddalena su cui possiamo oggi dichiarare solo il desiderio di volercene prendere cura, ma non sappiamo ancora in che modo e con quale progetto. Si tratta di Villa Webber, un’opera di rara bellezza, anch’essa completamente abbandonata, che stata nella seconda metà dell’800 la residenza di un ricco inglese, Webber, che la riempì di opere d’arte, mobili di grande valore ed una vasta biblioteca di circa 5000 libri, quasi tutti antichi e di grande preziosità. La Villa, in un raffinato ,ma oggi “improbabile stile moresco-italiano”, è circondata da un grande parco, ed è stata, negli anni della seconda guerra mondiale, la dimora – prigione di Benito.
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