Una delle più antiche immagini – forse la più antica in assoluto – della cittadina di La Maddalena ce lo mostra esattamente come è tutt’ora. L’unica costruzione che, praticamente, dalla fine del secolo XIX ad oggi non ha cambiato fisionomia. E’ l’immobile del mercato civico. La porta che dà sull’attuale Via Azuni era sul bagnasciuga, allora, e permetteva alle barche di avvicinarsi al massimo per scaricare merce da immettere nel ‘magazzeno’. Poi venne Piazza degli Olmi, poi il palazzo Comunale, poi l’allargamento del fronte mare e Via Nazionale (attuale Via Amendola), ma u mercatu è stato sempre lì, con la stessa fisionomia. Di recente c’è stato chi ha pensato di modificarlo: ristrutturalo, collegarlo con l’attiguo palazzo comunale, sopraelevarlo, ecc. ecc. Poi tutte ‘ste cose sono saltate perché il sedimento dove insiste lo stabile è soggetto alle limitazioni del P.A.I. (piano di assetto idrogeologico), e, quindi, niente sopraelevazione. Allora cosa vogliamo fare? Realizzare un mercato civico più moderno? Auspicabile. Ma a pro di cosa? La domanda nasce spontanea visto che l’altra sera all’interno del mercato c’era un solo banco aperto. Una struttura per un solo negozio? E’ desolante entrare dentro il mercato e scoprire che quasi tutti gli stalli disponibili sono vuoti. Non sono stati assegnati? No, non sono stati assegnati e quindi lo si faccia. C’è tuttavia un però, che non sta a noi sviluppare, ma all’amministrazione: a seguito di un’indagine volante abbiamo scoperto che quegli stalli non li chiede nessuno. Il fatto è che il commercio attuale, fatto di grande concentrazione merciaia, ha messo fuorigioco il piccolo negozietto, quello ‘sotto casa’ come diceva una volta. Il commercio si fa nei supermercati, nella grande distribuzione. A La Maddalena, ormai ce ne sono parecchi (anche troppi!) di supermercati, quasi tutti fuori dal centro urbano. Ciò vuol dire che la gente esce dal centro urbano, perché nei supermercati trova parcheggi, trova tutte merci che desidera, ecc. Non è un fenomeno locale. Noi ci siamo solo adeguati. Occorre a questo punto cercare di risolvere il problema, battere altri sentieri, innestare idee nuove. Sappiamo, certo, che spremere il cervello è faticoso, ma va fatto, e subito. L’amministrazione deve dare risposte adeguate. Se si debbono assegnare gli stalli, e se qualcuno li vuole, si faccia presto. Mostre di artigianato, prodotti tipici e culturali al centro della città, ad esempio. E’ solo un’idea?
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