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Galleria GIULIANO FADDA (GUARDIA COSTIERA): ‘E’ STATA UNA BELLA ESPERIENZA’.

RAGAZZI CP 306Abbiamo formulato alcune domande al Comandante della Motovedetta CP 306 Giuliano FADDA, che lo scorso mese di giugno con i colleghi Fabrizio LEDDA, Luca BONANNINI, Antonello SALIS, Gianluca TREPPICCIONE, Nicola PERCUDANI, Emiliano CARTA hanno preso parte alla missione nello stretto di Gibilterra. GRAZIE A TUTTI I RAGAZZI PER LA PREZIOSA COLLABORAZIONE.

E’ STATA UN’ESPERIENZA POSITIVA?
‘E’ stata un’esperienza positiva, gratificante e appagante. Per prima cosa la nostra CP 306 è stata la prima nella sua tipologia ad essere mandata in un posto così lontano, di solito inviavano la classe 200 diversa dalla nostra, più lunga e con locali vita a bordo e l’equipaggio poteva essere gestito diversamente rispetto a noi. Positiva perché abbiamo visto un contesto nuovo, un posto particolare che è lo stretto, dieci chilometri dall’Africa e dunque soggetti a stare nei limiti territoriali. Insomma, bella in tutti i sensi faticante ma gratificante’.

QUANTE ORE DI PATTUGLIAMENTO AL GIORNO?
‘Il pattugliamento veniva fatto in varie fasce orarie: dall’alba alla sera, dalla mattina alla sera tarda e dal pomeriggio alla notte (prima della mezzanotte era previsto il rientro). Il pattugliamento veniva svolto in una zona di mare a Est della baia di Algeciras. Un’area che aveva dei limiti fino alla zona gestita da Malaga. Noi in 30 giorni siamo usciti 25 volte. Nella prima settimana siamo stati impegnati per sette giorni consecutivi per capire come muoverci e come comportarci con eventuali scafisti. A bordo avevamo una persona della Guardia Civil che essendo conoscitore delle leggi spagnole lui faceva da tramite tra noi e la base operativa di Madrid. Finita la prima settimana dove abbiamo capito dove operare nel nostro settore, abbiamo fatto i turni tra di noi alternando un giorno si e l’altro no, con una cadenza di 10/11 ore ogni giorno’.

OGNI USCITA QUANTE PERSONE ERAVATE A BORDO?
‘Oltre al nostro equipaggio avevamo a bordo l’ufficiale della Guardia Cevil, persona straordinaria che si è messa subito a disposizione, poi a turno un Rescue Swimmer (Soccorritori marittimi), che devono essere sempre presenti nelle missioni umanitarie’.

DURANTE LA MISSIONE AVETE RISCONTRATO QUALCHE PERICOLO?
‘Ogni uscita aveva una storia a se. Noi uscivamo e non si sapeva mai cosa si poteva incontrare durante la giornata. Posso solo dire, senza entrare nello specifico, che ci sono state varie situazioni portate sempre a termine da parte nostra e dall’ufficiale spagnolo. Ci sono stati interventi su migranti ecc. ecc., posso dire che in alcuni casi, sempre senza scendere nello specifico, abbiamo atteso l’arrivo della Guardia Civil per chiudere l’operazione. Lo stretto di Gibilterra è particolarissimo, uscivi con dieci nodi di vento e rientravi con onde di quattro metri e vento di 38 nodi. A noi ci dava sicurezza la nostra imbarcazione, nata per queste condizioni meteo. Condizioni meteo completamente diverse dalle nostre, cambiavano continuamente con zone di corrente fortissime. Professionalmente parlando è stata un’esperienza bellissima, unica. Il nostro equipaggio è stato all’altezza di tutte le situazioni, ci siamo trovati in sintonia. Ringrazio di cuore tutti per il buon esito della missione, A BORDO SIAMO TUTTI AMICI OLTRE CHE COLLEGHI.

QUALCHE DATO?
‘Abbiamo fatto un gran numero di ore di moto in 30 giorni e molte miglia, moltissime, per quanto riguarda la missione. Nel trasferimento La Maddalena-Algeciras e ritorno sono più di 1600 le miglia fatte. Alla fine di ogni missione veniva preparato un report da inviare in inglese a Madrid e dopo vari controlli il tutto veniva trasmesso a Roma’.

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