Sembra ormai una costante della politica locale che continua ad ignorare e/o a non prestare la giusta attenzione ai gravi problemi che assillano l’Isola per dedicarsi con crescente cattiveria e arroganza alle guerre personali.
di Salvatore Faggiani
L’effimero, la volgarità, la litigiosità, la permalosità e la inconcludenza sembrano che siano diventati i fondamentali della parte che, ahimè, dovrebbe rappresentare politicamente e istituzionalmente i maddalenini. Lo scontro pubblico, che avviene quotidianamente sui social network, tra i più importanti esponenti di maggioranza e opposizione, hanno contraddistinto, in questi giorni, la “emotività” e il livello della politica maddalenina e di alcuni suoi autorevoli rappresentanti. Mentre l’Isola vive con disagio crescente il suo presente, si sta assistendo ad un vero e proprio imbarbarimento dei rapporti politici e, purtroppo, anche personali, che mettono in discussione la stessa serenità oltreché l’affidabilità degli amministratori. Un disagio che pregiudica qualsiasi serio confronto sullo stato del paese e sul suo futuro. Non c’è più un luogo dove si possa costruire un confronto di idee e di proposte. Il consiglio comunale che dovrebbe essere il luogo più rappresentativo della città per confrontarsi e costruire, partendo dall’amministrazione, idee per far vivere meglio i maddalenini, da tempo è diventato un luogo di insulti e di guerre personali, che vengono viepiù acuite dall’antipatica esibizione sui social network, quest’ultima utile solo ad evidenziare la pochezza istituzionale e la propria funzione politica. In questo guazzabuglio è impossibile trovare un filo per tenere assieme i problemi dell’emergenza quotidiana con quelli della prospettiva e del futuro di La Maddalena, eppure i problemi non mancano e sono seri e rilevanti. Il lavoro si riduce e continua a mancare, acuendo ancor di più il tasso di disoccupazione già di per sé elevato. La città si sta impoverendo dell’intelligenza e della preparazione dei suoi giovani che sono costretti a mendicare un lavoro purchessia, ad emigrare o a rimanere nei luoghi dove hanno studiato. La struttura ospedaliera, che per decenni è stata il fiore all’occhiello della sanità dell’alta Gallura, voluta e creata con amore, intelligenza e capacità politica dai nostri padri politici di allora, ci è stata sottratta con arroganza e cattiveria da un’accozzaglia di politici regionali, togliendoci il diritto costituzionale alla salute. La raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, per i quali i maddalenini pagano tributi alquanto elevati, hanno ridotto l’Isola in una discarica a cielo aperto; una situazione che ha creato l’emergenza di questi ultimi mesi e che ha determinato la chiusura del rapporto con l’organo di gestione (Cogei), che ha creato un insostenibile e grave stato di assoluta mancanza di igiene causata da una conduzione, se così si può definire, di assoluta incapacità e menefreghismo e che ha operato senza il dovuto controllo, e quando ciò è avvenuto sono nate le solite litigiosità tra governo ed opposizione! Lo scontro tra il governo e l’opposizione e anche fra gli appartenenti alla stessa coalizione politica non può essere più tollerato! Si trovi una soluzione politica, si ricostruiscano le condizioni per una agibilità e una civiltà politica. E se servono azzeramenti, si proceda, prima che sia troppo tardi. Nel frattempo si dia spazio a quella politica seria, intesa come passione e religione civica. Sarebbe questa anche una risposta a chi, pavoneggiandosi nella sua autoreferenzialità, aspetta la fine di uno spettacolo che nella realtà lascerà solo macerie. Ma non siamo a teatro, purtroppo! Non adeguiamoci, però, alla frase di Pascal: «Gli uomini, non avendo potuto guarire la morte, la miseria, l’ignoranza, hanno risolto, per vivere felici, di non pensarci».
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