In riferimento alle notizie apparse nei giorni scorsi sui giornali relative ad un eventuale impiego del territorio del Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena quale sito per lo stoccaggio e lo smaltimento dell’arsenale chimico del governo siriano, il Presidente dell’Ente Parco Giuseppe Bonanno ha inviato una nota al Ministro della Difesa, Mario Mauro, e al Ministro degli Esteri, Emma Bonino, per ricevere chiarimenti in merito al possibile utilizzo delle aree in uso al Ministero della difesa sull’Isola di Santo Stefano.
“Ritengo – scrive il Presidente Bonanno – che il pericolo di una possibile contaminazione, nel corso delle operazioni di smaltimento dei 150 container carichi di materiale bellico, sia un rischio che la comunità maddalenina non può in alcun modo permettersi di affrontare, non solo alla luce della grave crisi che ha colpito il tessuto economico di La Maddalena, per il quale sono auspicabili esclusivamente iniziative tese al suo rilancio ed alla sua valorizzazione in chiave turistica, ma anche per la valenza ambientale delle risorse paesaggistiche e naturalistiche del Parco nazionale: una simile operazione, in evidente contrasto con le normative vigenti, sarebbe infatti suscettibile di arrecare gravi danni, oltre al sistema socio-economico locale, anche ad un territorio – sito di interesse comunitario (SIC) e zona a protezione speciale (ZPS)- che ogni giorno questo Ente cerca di preservare. La conferma di suddetta previsione non potrebbe che incontrare la netta opposizione di questo Ente. Auspichiamo che venga smentita la fondatezza delle informazioni riportate dalla stampa per poter rassicurare così la comunità locale”.
Comunicato stampa
In queste ore si fanno sempre più insistenti le voci secondo le quali le aree di deposito di Guardia del Moro a Santo Stefano potrebbero essere utilizzate a breve per ospitare armi chimiche provenienti dalla Siria. Il circolo SEL “Nelson Mandela”, visto il silenzio mediatico di enti locali e organi dello Stato, vuole farsi portavoce della comunità maddalenina, che troppe volte è stata abbandonata al proprio destino per l’incapacità, la superficialità o l’ignavia di chi avrebbe dovuto favorirne la crescita. Se fosse confermato l’utilizzo di Santo Stefano per il conferimento, seppur temporaneo, di sostanze altamente tossiche, saremo di fronte all’ennesimo colpo inferto a una comunità ormai abbandonata a se stessa.
Si sottolinea inoltre l’isteria istituzionale di uno Stato che da una parte acquista un bene come
l’isola di Budelli per renderlo pubblico e tutelarlo, e dall’altra favorisce, all’interno della stessa area protetta, un’operazione ad alto rischio ambientale come questa.
Il Circolo di SEL si oppone con forza a questa ipotesi, e, se queste voci venissero confermate, è pronto a dare voce, insieme a chi a cuore il futuro della nostra isola, al malcontento diffuso attraverso ogni tipo di mobilitazione.
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