La Maddalena: l’isola nell’isola. La storia infinita della struttura ospedaliera maddalenina sta portando molti isolani, tantissimi, a disertare i seggi elettorali nelle prossime elezioni. Non dimenticheremo le critiche giornaliere alla giunta Cappellacci, oggi molti di loro fanno finta di non sentire e vedere mettendo in serio pericolo la comunità maddalenina. Pigliaru e tutti i suoi seguaci hanno creato non pochi problemi a molte strutture ospedaliere della Sardegna (non tutte), e tutti gli operatori sanitari trovano non poche difficoltà a portare avanti il proprio lavoro. Noi di Liberissimo, nostro malgrado, abbiamo visto e sentito disagi e vari problemi nelle strutture Asl di La Maddalena, Arzachena e Olbia. Ora non resta che attendere i risultati degli interventi degli Onorevoli Tocco e Zanchetta. Proprio il nostro concittadino ha presentato un emendamento e chiesto anche il voto segreto in aula. La speranza è l’ultima a morire ma siamo anni che vediamo tagli su tagli. Sotto riportiamo l’emendamento di Pierfranco ZANCHETTA.
Pronto ” l’emendamento Zanchetta” che chiede il mantenimento del punto nascita dell’ospedale Paolo Merlo di La Maddalena nella nuova organizzazione della rete ospedaliera sarda. L’emendamento verrà depositato martedì agli uffici della competente commissione che dovrà poi esaminarlo.
Si tratta di un emendamento aggiuntivo a quanto già previsto nella legge di riordino della rete ospedialera per il nosocomio della Maddalena che dovrebbe, comunque, avvantaggiarsi di nuovi e importanti elementi migliorativi per la sicurezza e per la salute degli isolani.
Se l’emendamento non dovesse essere accolto dalla Commissione, sarà comunque presentato anche in aula con richiesta di voto segreto.
Il punto nascita dell’Ospedale Paolo Merlo, temporaneamente chiuso dallo scorso anno dal commissario della vecchia ASL 2, Paolo Tecleme (attuale direttore dell’ASSL 8 di Cagliari) sta continuando a tenere desta l’attenzione della comunità maddalenina preoccupata di altre ripercussioni negative sul già debole sistema sanitario isolano e sullo stato di degrado dell’ospedale, ormai ridotto ai minimi termini e in totale abbandono.
Una pericolosa deriva che richiama diverse responsabilità: prima fra tutte, quella dei vertici della sanità sarda e, in seconda battuta, anche responsabilità periferiche e locali che hanno portato al collasso il nosocomio maddalenino.
Il provvedimento di chiusura del punto nascita era stato assunto a seguito dell’assenza dal lavoro per malattia di 4 ostetriche . La chiusura aveva scatenato la dura protesta di un gruppo di neo mamme costrette dal provvedimento a doversi recare a Olbia per il parto, affrontando pesanti disagi.”
La protesta delle pance”, cosi’ era stata chiamata dai media, non ha sortito alcun effetto. Così pure gli appelli rivolti all’assessore Arru e al ministro Lorenzin.
L’ assessore ha sempre sottovalutato la questione fino a farle assumere una pericolosa deriva. Nonostante le mie costanti sollecitazioni, non ha mai messo in campo le azioni che avrebbero dovuto preparare la comunità ad affrontare disagi e fatiche in nome della sicurezza e del rilancio del presidio. Oggi si sentono pesantemente solo i disagi di scelte fatte con imperio e assenza di informazione.
Le iniziative popolari succedutesi nel tempo, compresa la manifestazione di ieri a Cagliari, non hanno prodotto alcun effetto. Anzi, hanno evidenziato il malessere della popolazione sarda per una riforma calata dall’alto e non condivisa.
La sicurezza della partoriente e del nascituro, non garantite nel predidio isolano per mancanza degli standard previsti dai protocolli, impediscono la riapertura di questo fondamentale servizio sanitario in un’area fortemente penalizzata dall’insularita’.
Ma i percorsi di una riapertura del punto nascita, sono possibili, anche in considerazione del mantenimento di altri punti nascita tenuti attivi in Sardegna e, nettamente, sotto la soglia dei 500 parti l’anno. Non è un fattore numerico ma di garanzie legate alla sicurezza. Sicurezza che, con i dovuti accorgimenti tecnico- sanitari- compresa la reale attivazione dell’equipe specialistica circolante e del servizio di elisoccorso H24-
potrebbero essere una garanzia anche per le donne di La Maddalena.
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