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Galleria Il Consiglio Direttivo e l’ex Direttore Pignatelli rispondono a Bonanno. CHE FINE FARA’ LA NOSTRA ISOLA?

pignatelli e bonannoLa Maddalena 24 ottobre 2016
Nota dei membri del Consiglio direttivo del Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena

Il Presidente Bonanno ha assunto un’iniziativa che ci lascia increduli. Si è autosospeso alla vigilia delle due riunioni di Consiglio Direttivo convocate per il 24 e il 25 ottobre.
Noi riteniamo che il suo non sia un comportamento serio, e in questo gli dobbiamo riconoscere una certa coerenza.
Per giustificare questa sua trovata ha scritto una lettera pesante in cui praticamente dà a questo Consiglio (in carica da un anno, gratis) le colpe per quello che lui non è riuscito a fare in dieci anni (pagato bene). In dieci anni il Presidente del Parco ha cambiato più direttori che scarpe e con tutti, tranne con l’ultimo, per ora, è riuscito a bisticciare malamente, bloccando l’Ente più volte. La cosa curiosa è che tutti questi direttori se li era scelti lui stesso, con una certa cura.
La verità che sta dietro quest’ultimo colpo di testa (l’autosospensione) è che ora Bonanno ha paura. Ha paura perché per la prima volta è sicuro di non avere alcuna maggioranza in Consiglio, e dunque, da pessimo democratico quale è, preferisce insultare i suoi colleghi e minacciare di chiedere il commissariamento dell’Ente piuttosto che fare la cosa più logica e dignitosa per uno nelle sue condizioni: dimettersi.
Dieci anni. Bonanno ha guidato il Parco dell’Arcipelago di La Maddalena per dieci anni.
In questi dieci anni ha amministrato con scarsi risultati e con qualche ombra, di cui la magistratura si è già occupata. In dieci anni ha sempre fatto in modo che il paese e i suoi rappresentanti stessero ben lontani dalle decisioni che lui, in solitaria, prendeva. Anche per questo, oggi, tenta di sminuire i colleghi consiglieri, perché si tratta di persone che hanno almeno provato a mettere le esigenze del paese e dell’amministrazione comunale al centro delle discussioni più importanti. Ma si sa, per Bonanno il territorio va amministrato a prescindere da quello che pensano i suoi abitanti e i loro amministratori comunali. In dieci anni però è riuscito a non fare tutela, a non aumentare la conoscenza scientifica sul territorio e a rendere il Parco un’istituzione sempre più incomprensibile, per i turisti e per i residenti. In sostanza, per dieci anni Bonanno ha tenuto il Parco fermo e ripiegato su sé stesso mentre il territorio e il paese si difendevano come potevano.
In dieci anni Bonanno è riuscito a non approvare il Piano del Parco, che è stato ripescato solo nell’ultimo anno e dovrà essere approvato nelle prossime sedute, quelle a cui lui non parteciperà perché si è autosospeso.
Ma cosa è successo in quest’ultimo anno? Perché l’anomalia chiamata “Bonanno” è entrata in crisi?
Quando, nel Luglio 2015 è arrivato il nuovo Consiglio direttivo, Bonanno è andato in crisi, perché per la prima volta, dopo dieci anni, non poteva più fare il padrone nella casa di tutti.
Questo Consiglio, più competente dello stesso Presidente quanto a conoscenza del territorio e del suo ambiente, è riuscito a ripescare il Piano del Parco che viaggiava da un cassetto all’altro; è riuscito, col disappunto di Bonanno, ad aprire un dialogo con l’Amministrazione Comunale pretendendo che il Piano venisse -per quanto possibile- concordato. Oltre a ciò, il Consiglio ha cercato di vederci chiaro su pratiche che prevedevano l’affidamento di beni e risorse pubbliche. E questo, Bonanno non lo ha gradito. La gestione dei Musei non è stata affossata: abbiamo solo chiesto che ci mettessero in condizione di votare atti regolari (ricordiamo che in Consiglio siede anche la responsabile di uno dei musei di Stagnali); gli studi archeologici non sono stati boicottati: abbiamo solo preteso che gli incarichi venissero affidati nel rispetto delle regole e delle soglie di spesa previste dalla legge. Stava al Presidente, insieme al Direttore, trovare il modo corretto per fare le cose. Su Budelli invece abbiamo solo preteso e ottenuto che non venisse chiusa a tutti i maddalenini solo per fare un dispetto a un possibile acquirente privato. E abbiamo cercato di evitare lo spreco di 3 milioni di € di risorse pubbliche per acquistare un bene già protetto. Il prossimo Presidente, il prossimo Direttore e il prossimo Consiglio Direttivo dovranno faticare molto per far quadrare i bilanci: Budelli porterà via risorse a non finire, oppure sarà necessario abbandonarla al suo destino come avviene, da sempre, con Mortorio, Cala Cuticciu e la Spiaggia Rosa, privi di controllo. Certo è che Budelli, una volta che sarà formalizzato l’acquisto, non potrà essere regalata a nessuno, e che ogni eventuale affidamento in gestione dovrà essere fatto attraverso bandi ad evidenza pubblica il più trasparenti possibile.
Quello che il Consiglio, in un anno, non è riuscito a fare, purtroppo, è lavorare serenamente, con un Presidente e un Direttore come punti di riferimento. L’ultima guerra di Bonanno è stata fatta contro il Direttore Pignatelli, alla vigilia della stagione estiva. Il Consiglio ha provato a convincere il Presidente a soprassedere, e a prorogare il contratto al Direttore per tre o sei mesi; il tempo di superare la stagione estiva. Invece Bonanno ha preferito fare di testa sua, eliminando il Direttore e lasciando il Parco in balia dell’incertezza. I magri incassi (per non dire “il danno erariale”) di questa stagione piena di turisti, stanno lì a dimostrare tutta l’inadeguatezza di Bonanno a guidare un Ente come questo.
Il Consiglio è stato convocato per il 24 e il 25 ottobre. Bonanno, in un disperato tentativo di uscire dall’angolo in cui si è cacciato da solo, ha deciso di “autosospendersi” non si sa bene per quanto tempo (mantenendo però lo stipendio) e di sfidare il Consiglio ad approvare atti che lui nel frattempo ha continuato a ritoccare da solo e senza coinvolgere nessuno. Atti della cui legittimità dovremmo comunque accertarci, prima di votarli.
Oggi ci presenteremo in Consiglio e faremo le nostre valutazioni. Il Presidente ha fatto sapere alla stampa che lui non ci sarà.
Noi crediamo che invece lui debba esserci e debba prendersi le sue responsabilità fino in fondo, partecipando ai lavori per cui è pagato oppure dimettendosi.
Non è possibile rovinare un Parco per dieci anni e lasciare il cerino acceso nelle mani di chi è arrivato da un solo anno e si è dovuto districare tra pasticci e assurdità dovuti alla pessima guida dell’Ente.
Troppo facile fare l’uomo solo al comando e poi abbandonare la nave come uno Schettino qualunque.

F.to I Consiglieri:

Mauro Bittu
Enzo Di Fraia
Luca Ronchi
Carlo Rotta

Un Parco al buio con un manovratore che si disimpegna.

Gentilissimo Direttore di Liberissimo.net

Ho letto ieri in tarda serata l’articolo – da Voi ospitato – del Sig. Bonanno circa la sua “autosospensione”, del resto non contemplata da nessuna norma.
Un’autosospensione con il sapore della beffa: come Schettino, prima porta la nave/parco verso il disastro per poi indirizzare le proprie negligenti colpe verso altri.

Essendo concluso dal 7 maggio scorso il rapporto lavorativo con l’Ente, avevo deciso di non rispondere più agli attacchi continui tramite la stampa locale e regionale del dott. Bonanno verso la mia persona. I riferimenti riportati m’inducono oggi a qualche riflessione che sottopongo alla Sua cortese attenzione e quella dei lettori.

Ciò che viene descritto a sostegno della autosospensione, altro non è che il solito spartito musicato da Bonanno, volto a coprire un decennio di inadempienze e responsabilità denigrando i precedenti Direttori, il sottoscritto, tutti quelli – comprese le associazioni ambientaliste – che osano parlare del territorio parco e, da quando nominati, i Consiglieri dell’Ente.

Le nuove responsabilità che Bonanno mi imputa nella disastrosa gestione della stagione estiva 2016 , in cui io non ero presente, dimostrano platealmente che io ho sempre fatto da capro espiatorio, per responsabilità gravissime che sono da attribuire solo ed esclusivamente a lui. Mi limito, pertanto, a poche considerazioni.

Nell’articolo il dott. Bonanno afferma che – come fosse stato costretto – ha “adottato tutti gli atti indifferibili e urgenti utili a superare le difficoltà di una stagione estiva per la quale nessun atto è stato predisposto dall’allora direttore dell’Ente, Ciro Pignatelli e che solo grazie al lavoro del direttore FF , Yuri Donno e di parte del personale, è stato possibile salvare garantendo anche le assunzioni estive…”

Al sig. Bonanno va riconosciuto una straordinaria capacità: creare artatamente “a pelle d’asino” proprie verità costruttrici di ciò che in ambito locale è noto come “malintragno”.

Il sig. Bonanno sa benissimo, e su queste può assumere dirette informazioni dal Responsabile del Servizio Ambiente e attuale Direttore f.f. del Parco, che le attività (monitoraggio arenili e delimitazione degli stessi con i cavi tarozzati, accoglienza turistica e bigliettazione in area parco, assunzioni cadenzate a partire dal mese di maggio del personale stagionale, ecc…) della stagione estiva 2016, erano state da me articolate per tempo fin dagli inizi di aprile!!!.

La stagione estiva 2016 ha visto fino al 13 agosto scorso l’assenza di equipaggi a mare e, quindi, la mancanza di vigilanza e di riscossione del ticket d’ingresso al Parco. I musei del Cea di Stagnali chiusi o aperti a singhiozzo. Il monitoraggio degli arenili assente, così come il controllo a mare in un quadro di presenze di imbarcazioni che ha superato del 30% le presenze rispetto al 2015 e che avrebbe potuto garantire introiti che si sono irrimediabilmente persi. E questo disastro è stato prodotto “in solitaria” tenendo il Consiglio Direttivo debitamente lontano dai luoghi decisionali. Tant’è, pare, che dal 30 maggio u.s. non si siano svolti riunioni di consiglio direttivo.

E ancora, Bonanno – nel suo smisurato senso di onnipotenza – afferma che vi è un “sistema di selezione dei direttori, affidato a un Albo che non dà garanzie, unita alla possibilità di nominare, in seno ai Consigli, persone che possono non avere una chiara competenza tecnico – scientifica, porta a perdere il senso profondo della mission dei Parchi…” ergendosi di fatto a castigatore di chi nomina (il Ministro) questi “soggetti” impreparati e senza esperienza e castigamatti di chi (i Ministri) ha fatto le leggi per le quali anche lui è presidente.
Non mi appassiona né mi interessa l’interrogarmi su quali competenze e capacità professionali aveva il trentenne dott. Bonanno per essere nominato presidente di un parco nazionale dal Ministro protempore, ma lo stallo del parco di la Maddalena non può essere solo imputato ai sette direttori che si sono alternati nel suo “dittatoriale” decennio. Tanti sono gli anni di presidenza del dott. Bonanno.

Purtroppo, per il Parco, la realtà è ben diversa da quella rappresentata e contraffatta da Bonanno. Sulla mancata adozione del Piano del Parco, che lui naturalmente imputa a mie mancanze, credo di aver svolto alla luce del sole, con competenza e professionalità, tutti gli adempimenti previsti.

Non ho verità da contrapporre alle erudite e forbite descrizioni presidenziali ma, solo raccontare il dispiegarsi dell’articolata attività amministrativa come da me vissuta e da chi li dentro, purtroppo, la vive con molte difficoltà.

Voglio solo rappresentare con questo breve scritto, lo stato di stallo in cui versava il parco e la scarsa attenzione dovuta alla insensibilità di un presidente che convocava consigli direttivi chiedendo la non partecipazione e/o le ferie forzate del sottoscritto o di consigli convocati che egli stesso ha disertato distribuendone colpe e responsabilità ad altri e, non secondariamente, dedicarsi alla costruzione di improbabili dossier e richiesta di pareri su lettere anonime oltre che, a omettere informazioni essenziali nella stesura di atti deliberativi, tanto sul piano del parco che su altre deliberazioni, dove spero si possa fare immediatamente chiarezza.

Sul tema, poi, del Parco Marino Internazionale il presidente Bonanno dimentica o meglio evita di dichiarare che, nel settembre del 2015, l’Assemblea dei membri del Gect convocata a Bonifacio poteva insediarsi e cominciare ad operare.
A nulla è valso l’invito mio e del collega Direttore dell’OEC Pierre Vellutini di procedere all’insediamento: Bonanno lo ha di fatto impedito alla presenza anche della maggioranza dei consiglieri dell’Ente Parco.

Come a nulla sono valsi i continui solleciti poiché dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri arrivavano segnali di disagio sul mancato insediamento del GECT.
Atteggiamento dilatorio del Presidente designato del Gect che ha portato alle dimissioni il consigliere Bifulco prima da componente designato del Gect (fine 2014), poi da componente del consiglio direttivo dell’Ente (fine 2015)
Mancato insediamento che viene giustificato dal dott. Bonanno puntando il dito su tutti gli altri attori ma mai citando le sue responsabilità, che anche in questo caso sono esclusive, essendo lui, anche il presidente designato del GECT.

Non sono i consiglieri o i Direttori ad essere impreparati, ma il presidente Bonanno ad aver dimostrato una totale incapacità programmatica e progettuale oltre che a continuare a camuffare artatamente i fatti reali.

L’autosospensione dichiarata è surreale: non accenna minimamente alle mie sollecitazioni, a quelle dei Consiglieri tagliati fuori dal luogo decisionale che è rappresentato dai Consigli Direttivi, alle rimostranze ai limiti dello sciopero del personale del Parco, alle lamentele degli altri Enti “costretti” a dover interagire con lui, al disagio di tanti giovani che lavoravano durante la stagione estiva.

Ciro Pignatelli
già Direttore Ente Parco nazionale
Arcipelago di La Maddalena

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